

MINOTAURO

INFORMAZIONI
CANTO XII
Nel XII canto dell’Inferno dantesco viene descritto nel VII Cerchio l’incontro di Dante con il Minotauro. A questo cerchio si accede superando i resti di una frana causata dal terremoto che scosse la terra alla morte di Gesù Cristo. Questo passaggio funge da separatore tra la parte superiore dell'Inferno e quella inferiore.
Il custode di questo cerchio è il Minotauro che rappresenta la violenza che rende l'uomo simile a bestie e sorveglia le anime dei violenti, divisi in tre gironi. Nel primo girone, quello in cui si parla del Minotauro, sono puniti i violenti contro il prossimo.
I violenti sono immersi, più o meno a seconda della colpa, nel Flegetonte, un maleodorante fiume di sangue bollente. Se tentano di scappare o emergere dal sangue più di quanto stabilito dalla pena, vengono prontamente colpiti da saette per mano dei Centauri.
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IL MOSTRO
Dante considera il Minotauro simbolo della violenza per eccellenza, poiché in lui convivono natura umana e bestiale. Alcuni commentatori hanno ipotizzato che nel Medioevo (quindi anche nell’epoca di Dante) venisse rappresentato con corpo taurino e testa umana, ma è quasi certo che Dante lo immaginasse secondo l'iconografia classica, ovvero con corpo umano e testa di toro.
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Nell'illustrazione di Blake il Minotauro viene rappresentato con sembianze per lo più animalesche: sia la parte inferiore del corpo che la testa appartengono ad un toro e soltanto dalla vita al collo (braccia comprese) il mostro ha qualcosa di umano. Il paesaggio circostante è illustrato in maniera molto semplice, quasi bambinesca, ma comunque resta traccia dell’indicazione di Dante secondo cui il Minotauro si sarebbe trovato nei pressi di un luogo impervio.

Il minotauro di Dorè è, a differenza di quello di Blake, molto più umanizzato: solo la testa ricorda quella di un toro, mentre il resto del corpo ha sembianze umane. Il corpo è rappresentato in modo molto più particolareggiato rispetto a quello di Blake; ad esempio, i tratti anatomici, come la muscolatura, sono molto evidenziati. Anche in questo caso la rappresentazione presenta un paesaggio impervio come quello raccontato da Dante.

Nell'illustrazione di Blake il Minotauro viene rappresentato con sembianze per lo più animalesche: sia la parte inferiore del corpo che la testa appartengono ad un toro e soltanto dalla vita al collo (braccia comprese) il mostro ha qualcosa di umano. Il paesaggio circostante è illustrato in maniera molto semplice, quasi bambinesca, ma comunque resta traccia dell’indicazione di Dante secondo cui il Minotauro si sarebbe trovato nei pressi di un luogo impervio.