

LUCIFERO

CANTO XXXIV, VERSI 21-54
Lo ’mperador del doloroso regno 
da mezzo ’l petto uscìa fuor de la ghiaccia; 
e più con un gigante io mi convegno,
che i giganti non fan con le sue braccia: 
vedi oggimai quant’esser dee quel tutto 
ch’a così fatta parte si confaccia.
S’el fu sì bel com’elli è ora brutto, 
e contra ’l suo fattore alzò le ciglia, 
ben dee da lui proceder ogne lutto.
Oh quanto parve a me gran maraviglia 
quand’io vidi tre facce a la sua testa! 
L’una dinanzi, e quella era vermiglia;
l’altr’eran due, che s’aggiugnieno a questa 
sovresso ’l mezzo di ciascuna spalla, 
e sé giugnieno al loco de la cresta:
e la destra parea tra bianca e gialla; 
la sinistra a vedere era tal, quali 
vegnon di là onde ’l Nilo s’avvalla.
Sotto ciascuna uscivan due grand’ali, 
quanto si convenia a tanto uccello: 
vele di mar non vid’io mai cotali.
Non avean penne, ma di vispistrello 
era lor modo; e quelle svolazzava, 
sì che tre venti si movean da ello:
quindi Cocito tutto s’aggelava. 
Con sei occhi piangea, e per tre menti 
gocciava ’l pianto e sanguinosa bava.
PARAFRASI
L'imperatore del regno del dolore usciva fuori dal ghiaccio fino alla cintola; e c'è maggior proporzione fra me e un gigante che non fra i giganti e le sue braccia: vedi ormai, rispetto a quella parte del corpo, quali devono essere le dimensioni totali di quell'essere.
Se egli fu tanto bello quanto ora è brutto, e nonostante questo osò ribellarsi al suo Creatore, è giusto che da lui derivi ogni male.
Oh, quanto mi meravigliai quando vidi che la sua testa aveva tre facce! Una era al centro ed era rossa; le altre erano due e si congiungevano alla prima a metà di ogni spalla, e si univano nella parte posteriore del capo: la destra mi sembrava tra bianca e gialla; la sinistra era del colore di quelli che vengono dal paese dove il Nilo entra in una valle (Etiopia).
Sotto ogni faccia uscivano due grandi ali, proporzionate a un essere tanto grande: non ho mai visto vele di navi così estese. Non erano piumate, ma sembravano quelle di un pipistrello; e Lucifero le sbatteva, producendo da sé tre venti: a causa di essi, tutto il lago di Cocito si ghiacciava.
Piangeva con sei occhi e le lacrime gocciolavano sui tre menti, mischiate a una bava sanguinolenta. In ognuna delle tre bocche dilaniava coi denti un peccatore, come fosse una gramola, così che ne tormentava tre al tempo stesso.
INFORMAZIONI
CANTO XXXIV
Ci troviamo nel IX e ultimo Cerchio dell’inferno, dove vengono puniti i traditori. Al centro del fiume Cocito, uno dei quattro fiumi infernali, regna Lucifero, intento a masticare nelle sue tre bocche le anime di Bruto, Cassio e Giuda.
Intorno al demone vi sono le quattro zone in cui è diviso il Cocito, che ospitano traditori di diverso tipo e il cui peccato va dal meno al più grave man mano che ci si avvicina a Lucifero. Le tre zone sono: la Caina, riservata ai traditori dei parenti; l’Antenora, per i traditori della patria; la Tolomea, per i traditori degli ospiti e la Giudecca, per i traditori dei benefattori. I nomi delle zone rimandano a Caino, Antenore, Tolomeo e Giuda, alcuni tra i più grandi traditori della storia.
I traditori dei parenti sono sepolti nel ghiaccio fino al collo e con la testa all'ingiù, i traditori della patria hanno la testa eretta, i traditori degli ospiti, invece, stanno con la testa rivolta all'indietro. Infine, i traditori dei benefattori sono completamente imprigionati nel ghiaccio.
Il contrappasso colpisce in modo più violento gli assassini dell’imperatore romano Cesare, ovvero Bruto e Cassio, e il traditore del Figlio di Dio, Giuda. Essi si trovano tutti nelle fauci di Lucifero, triturati e torturati dai suoi denti.
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IL MOSTRO
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Lucifero era l’angelo più bello e luminoso del creato. Dopo essersi ribellato a Dio, fu sconfitto dall’arcangelo Michele e precipitò dal cielo conficcandosi al centro della Terra, trasformandosi in un mostro orrendo, principe dei diavoli.
Dante lo descrive come un’enorme e terrificante creatura pelosa, con tre facce demoniache su una sola testa e tre paia d’ali di pipistrello. Le tre teste sono di diverso colore: quella al centro è rossa (allegoria della rabbia), quella a destra è giallastra (allegoria dell’odio) e quella a sinistra è nera (allegoria dell’ignoranza).
Lucifero, sbattendo le ali, produce un vento freddo che fa ghiacciare le acque del fiume Cocito, dove sono incastrati i traditori. Non va dimenticato che anche Lucifero è un traditore.

In questo caso Blake rappresenta Lucifero con le sue tre facce, le grandi ali da pipistrello, immerso nel fiume ghiacciato fino alla cintura. Lucifero è dipinto con colori chiari, il bianco e il grigio, in netto contrasto con lo sfondo scuro, quasi nero. In questo caso le facce di Lucifero appaiono con lineamenti fini e non troppo rudi, sembrano quasi tristi, inoltre non stanno masticando i tre grandi traditori, e questo dettaglio rende la scena meno minacciosa.

Doré ci fa immergere perfettamente nell’atmosfera del XXXIV Canto: al centro ritrae Lucifero, appoggiato con le braccia sul fiume ghiacciato, le ali da pipistrello spiegate. La sua dimensione mostruosa è subito chiara all’osservatore che la confronta con quella di Dante e Virgilio, che osservano il mostro dall’alto di una formazione rocciosa. Le stalattiti di ghiaccio sovrastanti fanno da contorno all’illustrazione. L'insieme è molto armonioso e l’attenzione ricade subito su Lucifero.

Dell’Otto rappresenta Lucifero in maniera molto realistica, quasi cinematografica. Pur mantenendo quelli che sono i tratti caratteristici di questo principe dei mostri infernali, quello che più ci colpisce è il rapporto delle figure di Dante e Virgilio con quella del mostro stesso, che li sovrasta minacciosamente. I colori scuri richiamano l’atmosfera tetra dell’Inferno, e gli occhi infuocati di Lucifero sembrano quasi dei fari di luce, che attirano subito l’attenzione del lettore.

In questo caso Blake rappresenta Lucifero con le sue tre facce, le grandi ali da pipistrello, immerso nel fiume ghiacciato fino alla cintura. Lucifero è dipinto con colori chiari, il bianco e il grigio, in netto contrasto con lo sfondo scuro, quasi nero. In questo caso le facce di Lucifero appaiono con lineamenti fini e non troppo rudi, sembrano quasi tristi, inoltre non stanno masticando i tre grandi traditori, e questo dettaglio rende la scena meno minacciosa.